10 miti sui denti da sfatare

Si tramandano nel tempo alcune credenze non corrette sulla cura e la pulizia dei denti che, se seguite alla lettera, rischiano di procurare seri danni e far del male al nostro sorriso. 
Ecco un elenco, da tenere sempre a mente, di 10 comuni miti da sfatare, purtroppo ancora diffusissimi.

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«Lavare tante volte i denti fa male»


Mai credenza fu così scorretta. I denti vanno sempre lavati 3 volte al giorno, dopo i pasti e, se possibile, anche dopo ogni spuntino, con spazzolino, dentifricio, filo interdentale e collutorio.
Chi lamenta gengive danneggiate o smalto dentale rovinato è perché li spazzola male o con troppa forza. Bisogna essere delicati nella zona laterale dei denti e usare più vigore quando si passa la zona occlusale: così facendo, i denti potranno mantenersi belli e sani nel tempo.

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«Dal dentista si va solo quando fanno male i denti»


Sbagliato, perché la formula “prevenire è meglio che curare” vale anche per i denti. È molto meno invasivo guarire un problema come un’affezione alla radice, un inizio di carie o altre patologie riconosciute all’origine, in assenza di dolore, piuttosto che intervenire quando la situazione si è complicata. Sì, allora, alle visite odontoiatriche di controllo durante l’anno.

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«Meglio non mettere un impianto perché c’è il rischio di rigetto»

Chi ha perso un dente, soprattutto se posizionato in un punto poco visibile della bocca, vuoi perché il problema estetico non si pone, vuoi per paura del rigetto, tende spesso a non volersi far installare un impianto dentale. Il paziente che si trova in questa situazione non sa, però, che lo spazio vuoto tra un dente e l’altro può produrre spostamenti e danneggiare i denti vicini. 
Se un impianto cade non è per colpa di un’intolleranza del nostro organismo, bensì per un possibile errore da parte dell’odontoiatra durante l’intervento o da un mancato rispetto dei protocolli di igiene e sterilità in fase operatoria.

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«I problemi ai denti e alle gengive sono ereditari»

C’è una parte di verità in questa teoria. La componente ereditaria, infatti, può influire per l’ortodonzia e le malocclusioni ma non per le altre patologie. Grazie alle moderne competenze mediche e alle nuove tecnologie, oggi è possibile prevenire e risolvere anche alcuni gravi problemi di natura ereditaria. In più, non ci sono prove certe che se i genitori hanno sempre avuto i denti sani, la stessa sorte toccherà ai figli. La salute della bocca dipende sempre da quanto la teniamo sotto controllo e da quanto ce ne prendiamo cura.

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«Lo sbiancamento rovina i denti»

Se parliamo di sbiancamento fai da te con bicarbonato di sodio, succo di limone, acqua ossigenata, aceto, ecc., allora sì. Ma se per sbiancamento intendiamo le moderne tecniche praticate dal dentista, allora anche questa affermazione va smentita. Ciò che conta è il principio attivo dell’agente sbiancante e la durata dell’applicazione. Non c’è nulla da temere se ci si sottopone a un trattamento di sbiancamento professionale presso uno studio dentistico qualificato.

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«Lo smalto dentale di rigenera»

Purtroppo non è così. Lo smalto, composto da calcio e da fibre organiche, è la sostanza più dura del nostro corpo ma, a causa degli alimenti che mangiamo e di abitudini scorrette, può comunque rovinarsi nel tempo. L’acido che si trova in determinati alimenti, l’uso di dentifrici aggressivi, gli spazzolamenti energici e alcuni disturbi alimentari (es: bulimia), possono deterioralo.

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«Non c’è da preoccuparsi per i denti da latte perché cadranno»


Molti genitori sapendo che i denti da latte non sono definitivi, volutamente li trascurano. Questa scelta nasce da una generale ignoranza in materia. Non tutti sanno, infatti, che anche una carie non curata si può trasferire dal dente da latte al dente permanente. Inoltre, se un dente da latte non è curato e cade prima del previsto, può causare problemi nella masticazione e uno sviluppo irregolare dei denti definitivi.

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«Gli adulti non usano l’apparecchio per i denti»

Associare l’applicazione dell’apparecchio per i denti solo al periodo in cui si è adolescenti è sbagliato. Quando c’è da risolvere un problema di malocclusione o denti disallineati, qualsiasi sia l’età del paziente, si mette l’apparecchio. Sarà il dentista, a seconda della gravità del caso, a suggerire quello più adatto.

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«Le gengive che sanguinano si rinforzano»

Il fatto che le gengive sanguinino quando si lavano i denti non è una cosa normale. Se succede è perché è in corso un’infezione e quindi è opportuno recarsi dal dentista per un controllo. La mancata cura delle gengive può provocare anche gravi problemi di parodontite, meglio quindi intervenire per tempo.

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«La pulizia dentale professionale rovina lo smalto dei denti»

Non è così perché le nuove tecniche di pulizia e i nuovi strumenti odontoiatrici in uso permettono di eliminare il tartaro senza colpire lo smalto.

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Igiene orale quotidiana e cattive abitudini

Un recente studio condotto dalla World Dental Federation ha evidenziato 3 abitudini comuni che le persone compiono ogni giorno pensando di agire correttamente, senza sapere che, in realtà, sono dannose per la salute della bocca:

  1. lavare i denti subito dopo aver mangiato;
  2. sciacquare la bocca con l’acqua non appena si è finito di usare il dentifricio;
  3. bere i succhi di frutta al posto di altre bevande perché c’è meno probabilità che causino la carie.

Tutte e 3 vanno smentite. Infatti, è bene aspettare 30-60 minuti dopo i pasti prima di lavare i denti, lasciare agire il dentifricio per qualche minuto prima di sciacquare la bocca ed evitare i succhi di frutta perché contengono un’elevatissima quantità di zuccheri.

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Educare alla corretta igiene orale

Per salvaguardare denti e gengive è fondamentale imparare sin da piccoli a svolgere, a casa, una corretta igiene orale e a rivolgersi all’odontoiatra per una pulizia professionale periodica. È bene, infatti, insegnare ai bambini a non aver paura del dentista abituandoli a sottoporsi a una visita di controllo almeno 2 volte l’anno perché, conoscere lo stato di salute dei propri denti e tenerli sotto controllo è l’unico modo per scoprire la presenza di eventuali disturbi ed evitare che si trasformino in gravi patologie.

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